Vivere, openair.

Il turismo outdoor è ormai un concetto chiave e distintivo del settore in cui operiamo e va oltre il concetto di en plain air radicato in un immaginario fatto di piccoli campeggi con spazi necessariamente condivisi, tende, roulotte. È cambiata e sta ancora cambiando la percezione della vacanza open air come qualcosa di semplice e basilare, quasi spartano. Chi sceglie i soggiorni all’aria aperta cerca e sa di poter contare su una vacanza di qualità, particolare e con servizi curati che arricchiscono l’esperienza di viaggio.

Ad oggi, la vacanza open air sta diventando sempre più mainstream sia per gli italiani che per gli stranieri proprio perché gli ospiti sono sempre più consapevoli della qualità di questo tipo di offerta. La richiesta di strutture di alta qualità open air negli ultimi decenni è più che triplicata a fronte di una sostanziale stabilità della domanda alberghiera.

La chiave è mettere la persona al centro, con una cura e una passione che permettano gli ospiti di percepire la natura, di vivere i legami con il territorio, di immergersi in esperienze autentiche e su misura contando su servizi unici e continuamente migliorati.

L’outdoor è un modo di accogliere e di fare vacanza che è differente dal classico turismo: la dimensione umana è sempre fondamentale, c’è una familiarità che si riflette in un senso di appartenenza e partecipazione, c’è una felicità degli ospiti che cresce insieme a quella delle comunità locali che li accolgono, in un circolo virtuoso in cui le risorse naturali, culturali e sociali sono restituite alla comunità che vive ed orbita intorno alle nostre strutture.   

Come Human Company, nella nostra concezione di open air c’è una forte permeabilità rispetto ai territori e le relazioni sono autentiche perché i momenti di incontro e confronto sono costantemente alimentati per far sì che il viaggio diventi un’occasione di crescita collettiva e non solo individuale. Per questo parliamo di rigenerazione: le risorse naturali, culturali e sociali sono restituite alla comunità che vive ed orbita intorno alle nostre strutture.  

Siamo legati intrinsicamente all’habitat naturale in cui nascono le nostre strutture e crediamo, cerchiamo e costruiamo una stretta e profonda relazione con il paesaggio naturale, basata su principi di conservazione, integrazione e valorizzazione e sostenuta dalla consapevolezza che anche nelle strutture in cui facciamo grandi numeri, nessuno è solo un numero. E non è mai solo una vacanza, è vita. 

Osservare,
comprendere,
migliorare.

La nostra volontà di osservare il mondo del turismo e in particolar modo del turismo all’aria aperta ci ha portato nel corso degli anni a voler comprendere, approfondire, esplorare l’universo dell’open air. Per questo abbiamo scelto di realizzare l’Osservatorio del Turismo Outdoor, pubblicazione divenuta punto di riferimento per gli operatori del settore e per gli stakeholder che raccoglie e analizza dati per comprendere l'evoluzione e le potenzialità del settore del turismo all'aria aperta, analizzando tendenze come l'aumento della qualità dell'offerta, l'integrazione tra natura e benessere, il ruolo della tecnologia e l'impatto di fattori economici. Negli anni abbiamo coinvolto THRENDS – società specializzata in analisi e strategie nel settore tourism & hospitality – Istituto Piepoli – azienda italiana leader nelle ricerche di mercato e sondaggi d'opinione – e abbiamo potuto contare sulla mediapartnership de il Corriere della Sera, sul patrocinio dell’Agenzia Nazionale del Turismo ENIT e – per un focus verticale sulla sostenibilità – su BVA Doxa, la prima società di ricerche e mercato fondata in Italia. 

La stagione 2025 si configura come un anno di consolidamento per il comparto del turismo outdoor in Italia, con una previsione di 67,7 milioni di presenze, in linea con l’andamento registrato nel 2024. Solo nel periodo estivo (giugno–settembre) sono attese circa 55,8 milioni di presenze, a conferma del ruolo strategico dei mesi centrali della stagione, mentre si rafforza la rilevanza dei cosiddetti mesi spalla, come maggio e ottobre. 

A trainare il settore è soprattutto il mercato estero, con oltre 38 milioni di presenze attese (+1% sul 2024), che consolida l’Italia come destinazione “top of mind” per i turisti internazionali. In parallelo, cresce la presenza di player globali capaci di attrarre flussi significativi e di rafforzare il posizionamento del Paese sui mercati internazionali. 

Per il mercato domestico, le previsioni indicano 29,7 milioni di presenze, in lieve calo (-2%) rispetto all’anno precedente, influenzato dalla riduzione del potere d’acquisto e dalla concorrenza di destinazioni mediterranee alternative. 

A livello territoriale, si confermano centrali le aree del Nord-Est e del Nord-Ovest, che insieme intercettano quasi il 60% delle presenze complessive, con oltre 31 milioni nel Nord-Est e circa 10 milioni nel Nord-Ovest, entrambe in lieve crescita sul 2024, grazie soprattutto alla domanda internazionale. 

Dal punto di vista economico, l’analisi evidenzia un impatto diretto stimato di 4,97 miliardi di euro, derivante dalla spesa dei turisti che scelgono formule outdoor. 

La spesa pro capite giornaliera è stimata in 73 euro. Considerando anche gli effetti indiretti e l’indotto, l’impatto complessivo del settore outdoor per il 2025 è previsto intorno a 8,85 miliardi di euro, a conferma del ruolo strategico del comparto nel sistema turistico ed economico nazionale. 

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